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Il commento
Integrazione Regione Territorio:
a Como si realizza il primo esempio

di Ettore A. Albertoni

La società civile che è la base di ogni progresso e di qualsiasi sviluppo c’era (eccome!) mercoledì sera 19 luglio scorso all’Hotel Palace di Como. Oltre 100 sindaci, tutte le rappresentanze del potere autonomistico locale (Provincia, Comuni, comunità Montane) e di quello funzionale (Università, Camera di Commercio, nuove Autonomie scolastiche), esponenti di gruppi economici di produttori e di lavoratori, un nutrito numero di componenti di enti culturali e del volontariato culturale, molti cittadini espressione qualificata di professioni, arti e mestieri, di “vecchi” e “nuovi” saperi e tecnologie, sono stati lì per quasi tre ore, in circa 400, per sentire da Attilio Fontana - Presidente del Consiglio Regionale della Lom-bardia - e da me quali sono le linee portanti del “Programma per la VII Legislatura Regionale 2000-2005” e come saranno realizzate.
Questo giornale, nell’ambito di una corretta e non certo partigiana informazione, ha già dato conto (vd. la Padania, 20 luglio u.s., “Como tra cultura, produttività e servizi”, p. 19) di questa prima pubblica iniziativa di comunicazione che ho promosso in forma istituzionale per informare tempestivamente l’opinione pubblica cittadina e provinciale comasca su come la Regione si accinga ad affrontare - al livello del suo presidente e del suo Governo insieme con il suo Parlamento e con la sua Amministrazione - una inequivocabile strategia del cambiamento che la stragrande maggioranza dei comaschi e dei lombardi ha detto di volere con il voto del 16 aprile 2000. Una corretta quanto tempestiva informazione da parte di chi governa è, infatti, alla base di una vera democrazia autonomistica e federalistica.
E questa è la linea di azione e di lavoro che giustifica ed esalta l’alleanza politica dei federalisti e dei produttori che la Lega Nord-Padania ed il Polo delle Libertà rappresentano ed in forza della quale hanno iniziato a governare la nostra Regione insieme con tutte le maggiori Regioni del Nord.
In sintesi questa maggioranza riformatrice sta proponendo, informando ed ascoltando tutti i territori e tutte le Comunità per concretamente operare e dimostrare non solo che - con la Lega Nord-Padania in posizione dirigente e di governo - il vento è cambiato e che cambierà sempre di più ma anche, e soprattutto, che con noi e con i nostri alleati sta tornando la speranza di vivere in ordinate, serene e prosperose Comunità territoriali. Insieme con la speranza sta anche ritornando in un numero sempre crescente di cittadini il gusto e la voglia di un rinnovato impegno politico e civile. A Como in questa fine di luglio abbiamo avviato e sperimentato la validità di un “modello” di comunicazione istituzionale e di partecipazione civile che nei prossimi mesi verrà generalizzato sull’intero territorio regionale con particolare riferimento, per quanto mi riguarda, sia ai problemi del “cambiamento delle regole” in materia di governo, legislazione ed amministrazione regionali quanto al campo delle molte deleghe conferitemi in materia di Beni Culturali e di promozione e di educazione alla cultura ed alle arti in tutte le loro espressioni.
La grande novità del “Piano Regionale di Sviluppo 2000 - 2002” - che costituisce la traduzione esecutiva, legislativa ed amministrativa del “Programma della VII Legislatura” - consiste nella stretta associazione nell’area dello “sviluppo socio-economico e culturale” di una pluralità di competenze di diversi Assessori che spaziano da quelle progettuali, infrastrutturali ed educative proprie del mio Assessorato a quelle più squisitamente tecniche ed applicative nell’ambito economico dell’Industria, Piccole e Medie Imprese, Turismo, Artigianato, Net Economy, Agricoltura. E naturalmente senza trascurare gli essenziali contributi che provengono da Formazione, Istruzione, Giovani e Sport.
Su queste colonne nelle ultime settimane mi sono volentieri e più volte intrattenuto sul metodo democratico, autonomistico e responsabilizzante della “programmazione negoziata” che caratterizza questa fase di elaborazione del Piano (vd. la Padania, 9-10 luglio 2000, “Idee e volontà per lo sviluppo civile e produttivo”, p. 2; la Padania, 16-17 luglio 2000, “vero federalismo, rivoluzione dal basso: partecipazione e autonomie, p. 4). È opportuno ora aggiungere che iniziando circa due mesi fa le mie funzioni di Assessore regionale alle Culture, Identità ed Autonomie della Lombardia, avevo annunciato che in questi ultimi mesi del 2000 la mia massima attenzione sarebbe stata primariamente indirizzata non solo ad informare i cittadini e le loro Comunità sulle nostre attività ma anche a “portare la Regione in tutte le Province” con lo scopo di conoscere dalla viva voce di protagonisti e di cittadini idee, proposte e critiche.
Questo processo con la prima puntualizzazione del “modello comasco” è ormai in avvio; il cantiere ha iniziato i suoi lavori. Non a caso la mia relazione alla serata lariana si intitolava “Culture e Autonomie per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Comunità Comasca”. In questo contesto un apporto ragguardevole di integrazione economica è venuta dall’Assessore alla Net Economy ed alla innovazione tecnologica, il comasco Giorgio Pozzi, con il quale la collaborazione inter-assessorile è pure assai positivamente avviata. Tutti siamo infatti consapevoli che la nuova economia informatica e telematica è ancora in formazione e, quindi, ha bisogno di conoscenza e di cultura come di un naturale ed imprescindibile retroterra per corrispondere ad attese operative e produttive.
Per quanto riguarda la cultura accenno solo (ma mi riservo di tornare assai presto e dettagliatamente sull’argomento), che nel territorio comasco, dopo una prima e significativa ricognizione condotta insieme con le autonomie territoriali, funzionali e sociali, ho individuato cinque specifici ambiti di intervento:
- Università;
- Musei;
- Aree di interesse ambientale, storico, artistico e archeologico;
- Valorizzazione dei rapporti internazionali;
- Valorizzazione di significativi momenti delle culture del territorio;
- Università, musei, aree e siti importanti sotto il profilo ambientale, storico, artistico ed archeologico, fondazioni territoriali ed internazionali presenti sul territorio esigono scelte non generiche ma ormai ben individuate anche in funzione dei rispettivi obiettivi e ruoli di funzionamento.
Questo intero ambito riguarda, infatti, quelle che è sempre più necessario chiamare “infrastrutture per la cultura” (sedi universitarie; musei, biblioteche, sale per conferenze o musica possibilmente integrati tra loro; teatri; fondazioni per la ricerca; strutture per l’educazione culturale come scuola, formazione permanente, terza età).
Gli eventi, i programmi di ricerca e studio, le mostre, i convegni sulle culture e le identità attraverso le storie, i dialetti, le lingue-madri, la poesia, la letteratura, le tradizioni popolari e la musica, rientrano nell’ambito che ho indicato come “valorizzazione di significativi momenti delle culture del territorio”. Si tratta di promozione ed educazione che dovrà essere impostata e svolta con tutti gli operatori istituzionali e del volontariato del territorio a partire dall’autunno in poi, Provincia per Provincia. Nel frattempo per verificare metodologie e modelli ho promosso mercoledì 26 luglio 2000 a Villa Erba (Cernobbio) il “primo laboratorio” di conoscenza, ascolto e proposta da condurre insieme con gli Assessori alla Cultura di tutte le province e Città-capoluogo della Lombardia, nonché della Città di Monza, prossimo e nuovo capoluogo provinciale.
Progetti - e fatti concreti per realizzarli - saranno perciò la naturale conseguenza dell’impegno appena descritto. Esso è proprio di una Regione fortemente e convintamente autonomistica e federalista che non vuole dirigere i territori da Milano ma che intende svolgere appieno il suo ruolo di alta politica, legislazione, coordinamento, promozione e controllo, riservando gestione ed amministrazione alle competenze delle altre autonomie sociali, locali e funzionali.

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