Il commento L'identità ritrovata di Ettore A. Albertoni |
Tra poco più di cento giorni il Novecento, secolo breve o
lunghissimo a seconda del gusto e del giudizio degli storici, sarà concluso.
Tempo, quindi, di consuntivi ma ancora più di proposte. In questa estate lombarda tanto carica per me di appuntamenti pubblici, di partecipazione ad eventi culturali ed artistici assai diversificati e di sollecitanti incontri comunicativi ed operativi, non rimpiango davvero le ferie agostane ormai irrimediabilmente bruciate lavorando, comunicando con i cittadini ed i loro rappresentanti ed amministratori locali, con il volontariato culturale così generoso e partecipe. Ritengo, infatti, che sia stato assai utile per la Regione che rappresento a livello delle sue culture, identità e autonomie, lasciare i pressoché deserti uffici milanesi e portare un po ovunque la nostra istituzione sul territorio: dalla Valsassina alla Valbondione, da Pontida a Salò, da Pontedilegno a Clusone, da Breno a Brunate, a Novedrate. Tra i molti elementi di riflessione che ho acquisito in questo modo empirico quanto immediato e coinvolgente, tre dati hanno particolarmente colpito la mia attenzione e li voglio sottoporre alla valutazione dei lettori. Anzitutto cè la conferma della efficacia del contatto diretto e praticato sul piano istituzionale in modo paritario con tutti gli interlocutori che si presentano come validi. Un metodo schietto ed aperto, democratico e libero che opera senza appesantimenti burocratici e formalistici. Esso mi ha consentito sia di recarmi nei singoli luoghi e di ascoltare le voci delle Comunità sia di capire quanto tutte le società provinciali - che formano e sono la Lombardia con tutte le loro variegate complessità e differenze - appaiano mature e consapevoli di quanto si deve fare in materia di culture, identità, interessi, beni culturali, monumentali ed ambientali. Ma anche per la valorizzazione e promozione dei territori e delle loro peculiari caratteristiche; per leducazione culturale dei cittadini. Ho avuto così una definitiva conferma che il vento del cambiamento tira ormai sempre più impetuoso in tutti i territori lombardi e questo è il merito politico specifico della politica del nostro Movimento che ha sviluppato e sostenuto lalleanza tra produttori, autonomisti e federalisti, che ha vinto le elezioni regionali il 16 aprile scorso e che ora governa tutte le Regioni della Padania settentrionale. Ma è proprio per lintensità crescente di questo forte turbine innovatore che occorre essere consapevoli che non ci possono essere remore o ritardi nel cambiamento degli strumenti e dei metodi di governo e nei rapporti tra istituzioni, cittadini e Comunità. La situazione politica ed istituzionale nella quale siamo immersi è davvero unica ed irripetibile. Soprattutto se si tiene conto che siamo di fronte ad una coalizione governativa e di potere che è allo sfascio ideale, morale e psicologico prima ancora che politico, parlamentare e programmatico. Il larghissimo (e tuttora crescente) consenso che la Lega Nord-Padania ed i suoi alleati stanno registrando ovunque impone, quindi, una grande e determinata volontà di scegliere e decidere per cambiare. Gli indicatori locali sono molto precisi, il turbine riformatore che noi interpretiamo sulla base del consenso politico-territoriale chiede, prima di ogni altra cosa, che sia spazzata via la coalizione cattocomunista che domina ed impera a Roma e che ci sgoverna, ci umilia e ci impoverisce praticando la rapina fiscale, generando depressione civile ed economica, provocando insicurezza e disinformazione, adottando come costume di governo e di dominio su tutti i territori e le loro istituzioni di rappresentanza democratica la centralizzazione politica e burocratica più subdola ed autoritaria. Vi è poi, quale secondo dato, una constatazione che da storico professionale faccio con grande piacere. Risulta pacifico che è cresciuto e che sta crescendo ovunque il senso e lapprezzamento per le storie locali, per la conoscenza specifica del passato territoriale, per lidentità vera e profonda di ogni Comunità e di ogni corpo intermedio. In termini più politici siamo sicuramente di fronte ad una adeguata quanto soddisfacente comprensione di un principio-cardine dei valori ideali e politici del nostro Movimento. Inoltre registriamo come altamente positiva la consapevole e fiera reazione dal basso allavvilimento ed alle incertezze del presente ed alle gravi preoccupazioni per il futuro, una reazione che stiamo propugnando per casa nostra contro questo governo di apolidi e contro i loro padroni, i signori della omologazione e dellappiattimento planetari. Il terzo dato nasce da questa rinascita del sentimento storico e delle appartenenze. Più volte in questi anni fervidi e tumultuosi, nella vita e nelle battaglie sostenute da questo libero giornale e dal Movimento del quale è voce propositiva, ho richiamato con forza il valore e limportanza di tutte le nostre radici storiche e comunitarie. Si tratta di unanalisi che da oltre 25 anni è al centro del mio impegno scientifico ed universitario nellambito di quella particolarissima quanto infuocata storia che pratico, lo studio delle idee politiche e delle istituzioni che dalle elaborazioni dottrinarie nascono, si sviluppano e muoiono. Sono convinto che anche sul piano di una forte e coraggiosamente innovativa progettualità politica occorra valorizzare con determinazione e costanza questo rinascente senso della storia attraverso il recupero di ogni momento identitario (le radici appunto) che riguardi ogni singola Comunità. Ciò lo si può e lo si deve fare tenendo conto in forma primaria delle esigenze attuali di una scuola che deve ritrovare la consapevole coscienza del proprio ruolo territoriale. Ciò allo scopo di essere componente imprescindibile dello sviluppo reale e competitivo che vogliamo e che si fonda in ogni caso su un forte radicamento nel locale per affrontare e dominare la grande e tremenda sfida del globale. Ma scuola non significa solo alunni e studenti. In questa operosa fase di recupero delle identità e dei valori locali significa guardare al mondo degli insegnanti nei confronti del quale occorre che le istituzioni di rappresentanza costituzionale, democratica ed autonomistica delle Comunità (Comuni, Province e Regioni) dedichino grande attenzione ed offrano adeguati supporti per far sì che le scuole siano davvero centri di formazione umana e civile e di conoscenze allaltezza di tempi che non si preannunciano certo né semplici, né facili. |