Il commento La riscossa lombarda si attua dando voce a ognuna delle identità locali di Ettore A. Albertoni |
Come i lettori de laPadania sanno si è tenuta nella trascorsa settimana dentro lineguagliabile quanto splendido contesto ambientale, monumentale e funzionale di Villa Erba a Cernobbio la prima riunione plenaria delle maggiori rappresentanze territoriali delle culture ed autonomie della Lombardia (vd. la Padania, 26 e 27 luglio u.s.). Erano, infatti, presenti gli Assessori alla cultura di tutte le undici Province lombarde, di 10 capoluoghi su 11 insieme con un gran completo di dirigenti ed esperti. Come promotore delliniziativa di consultazione mi preme sottolineare subito - anche a nome dei dirigenti regionali che erano presenti ed attivi partecipi dellincontro - la positività di questa prima conferenza di lavoro, di informazione e di comunicazione tra lAssessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia che ho lonore di dirigere, e tutte le rappresentanze istituzionali del potere locale sul territorio lombardo. Ringrazio, quindi, qui e pubblicamente i colleghi Assessori ed i loro collaboratori per lattenzione prestata nel corso delle diverse ore di tecnico e stimolante lavoro che ha registrato da parte loro ben 10 interventi di proposta e di merito. Abbiamo progettato e discusso in un clima di rispetto e di operosità e ci siamo lasciati con la convinzione condivisa da tutti che dal 26 luglio scorso è iniziata davvero sul piano delle culture territoriali, del pluralismo istituzionale, una vera e propria riscossa lombarda che a Villa Erba di Cernobbio sarà dora in poi verificata periodicamente secondo un calendario di incontri a media scadenza che costruiremo insieme. Un solo cenno - non infastidito ma piuttosto divertito - a certo giornalismo fazioso e di stampo partitocratico che non era presente alla nostra riunione ma che ama sentenziare in anticipo senza conoscere di che cosa sta parlando. Mi sembra che questa triste congrega di professionisti della disinformazione si diletti nelletichettarmi usando categorie razzistiche ed ideologiche. In sostanza per questo giornalismo partigiano quanto apolide io avrei fatto e farei del fumo. Viene attaccata, su presupposti inconsistenti e francamente ridicoli, la mia modesta persona perché enorme è la rabbia nel vedere un esponente della Lega Nord-Padania operare con serietà e con consenso istituzionale. Sono un uomo libero, pratico e rispetto tutte le libertà. Dica, quindi, ognuno quello che vuole. Da buon leghista e padanista rispondo politicamente sempre: Viva le libertà; soprattutto nei confronti di chi non la pensa come me. E ribadisco questo mio convincimento soprattutto se si tratta, come in questi casi, di razzisti apolidi. Aggiungo, però, che è necessario che lopinione pubblica seria - quella che apprezza la professionalità e limpegno - sappia che quando si parla, come ho fatto insieme ai miei collaboratori a Cernobbio, di Programma per la VII Legislatura 2000-2005, di Piano Regionale di Sviluppo 2000-2002, di Documento di programmazione economico-finanziaria regionale per gli anni 2001-2003 (e di tutto quanto ad essi è correlato in termini di Bilanci annuali e pluriennali) si richiede una cultura che non è di casa tra i giustizieri di certa stampa partitica e disinformante. Occorre, in altri termini, possedere una cultura sia istituzionale che generale, specifica quanto a progettualità ma anche a capacità previsionale e di fattibilità, che con piacere ho notato essere viva e stimolante in tutti i colleghi assessori partecipanti allevento. Questo è quanto mi premeva verificare. Ne sono felice perché era con i rappresentanti legittimi e titolati dei poteri di Province e Città che volevo confrontarmi prima di passare a decisioni che incidono sui loro territori e sulle loro attività. Questa è la democrazia autonomistica che vogliamo come premessa e metodo per costruire dal basso il federalismo. La riscossa lombarda ha, infatti, bisogno di molti soggetti coscienti - al di là delle necessarie e rispettate differenze di collocazione politica - di rappresentare le loro comunità, le loro grandi o piccole poleis. È motivo di soddisfazione sottolineare che questa atmosfera di fiducia nel cambiamento e nella innovazione era molto condivisa nel corso dei nostri lavori. Il motivo era ed è in fondo semplice: ogni identità provinciale e cittadina è stata considerata come una componente essenziale del disegno comunitario e identitario lombardo che stiamo costruendo con il concorso paritario di tutte le autonomie territoriali e funzionali della nostra Regione. Si tratta di prospettive molto concrete e come tali non potevano non essere apprezzate dai colleghi. Certamente sono ben consapevole di essere solo agli inizi e che ancora cè moltissimo da fare anche sul piano della semplice consultazione ed informazione reciproca. Ma lo faremo, statene pur certi. Lo faremo nei cantieri dascolto che in autunno aprirò in ogni Provincia per sentire tutte le altre realtà territoriali, dai Comuni non capoluogo alle istituzioni culturali locali. Grande attenzione sarà rivolta al volontariato culturale. Questa larga consultazione non era prima dora mai stata neppure sperimentata. Desidero farla bene e con molta professionalità e perciò chiedo la massima collaborazione di tutti coloro che amano le loro terre e che sanno che la riscossa lombarda è il cuore del cambiamento istituzionale e politico. Agli altri, agli apolidi professionisti della disinformazione, se mi è consentito un consiglio, direi di leggere Aristotele: «...la polis appartiene ai prodotti naturali... luomo è un animale che per natura deve vivere in una polis... chi non vive in una polis, per la sua propria natura e non per caso, o è un essere inferiore o è più che un uomo: è il caso di chi Omero chiama con scherno senza patria, senza leggi, senza focolare» (Aristotele, La Politica, Libro primo, Lorigine della polis). Il destino degli apolidi - di chi vuole essere «senza patria, senza leggi, senza focolare» - è di cercare la rissa, la polemica faziosa. Mi spiace, non è mia intenzione offrire alcun appiglio perché, come spiega sempre Aristotele, lapolide «è anche desideroso di guerra, in quanto non ha legami ed è come un pezzo da gioco posto a caso». Grazie, invece a chi ha mente e cuore, a chi ama la sua Comunità, perché è precisamente a questi lombardi che sindirizza la Regione rigenerata e sollecita che stiamo costruendo. Contro il razzismo degli apolidi e dei faziosi il Convegno di Cernobbio ha costituito un esempio di collaborazione istituzionale nel pluralismo che è il cuore profondo della civiltà lombarda. |