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Federalismo visto da un padano

a cura di Angelo Veronesi


Si e’ fatto un gran parlare di federalismo, ma concretamente la gente non conosce quasi nulla, e se non conosce non puo’ scegliere.

Anche all’interno della Lega sebbene si siano fatte grandi discussioni sull’argomento, storicamente non si e' mai avuta un’idea univoca: si e’ passati da una visione autonomistica regionalista, al decentramento alla Speroni, al confederalismo, alle macro regioni alla Miglio, al regionalismo della Commissione Maroni, al federalismo delle provincie, addirittura si e’ parlato di un federalismo basato sulle citta’ come unita’ fondamentale dello stato, si veda il programma elettorale di Formentini per Milano, per arrivare poi alla grande idea prospettata da alcuni presidenti di provincia leghisti, fra i quali spiccano i nomi di Cappelluzzo, di Ferrario e di Selva, di Autonomia delle Provincie, per raggiungere una "cantonalizzazione" su scala provinciale.

Il mio approccio all’argomento sara’ abbastanza ingenuo, non essendo io un addetto al lavoro, prego percio’ di avere un po’ di pazienza.

Si cerchera’ qui di dare una carrellata di argomenti che non pretende di essere esaustiva, ma di portare un po’ di idee nuove e di conoscenze alla discussione sul miglior federalismo possibile. Si cerchera’ di vedere come la pensano gli altri, o meglio, cosa dicono di pensare gli altri. Vorrei che tutti leggessero e facessero le proprie eventuali obiezioni, anche quando non saro’ certo al di sopra delle parti.

Per avere sott'occhio anche le costituzioni federali elaborate da altri paesi europei e non, si puo' dare un occhiata al mio sito internet sulle Costituzioni Federali http://www.geocities.com/CapitolHill/Lobby/2445 dove si possono anche raggiungere diversi links di istituzioni dedite a questo genere di problemi.

Nei mesi scorsi noi leghisti abbiamo, a detta di alcuni, lasciato indietro per un po’ il progetto federale in Italia discutendo solamente di quello in Padania.
Bene! Dall’assemblea dei 200 deputati federali padani sono scaturite due costituzioni, una in senso confederale ed una in senso federale. Questi uomini hanno lavorato duramente e gratuitamente, si sono trovati davanti diversi problemi, gli stessi talvolta che si erano presentati nella situazione italiana. Ogni leghista infatti intende il federalismo un po’ alla sua maniera, e senza avere poi il tempo di approfondire si ha come risultato che quando un nostro deputato redige una manovra federalista ad alcuni sembra troppo poco ad altri molto piu’ di quanto si sarebbe potuto aspettare.

Qualcuno dira’ che e’ tardi per parlarne adesso, ma ho deciso di farlo ugualmente perche’ facendo un esame di coscienza non so chi fra voi puo' rispondere alle seguenti domande:

Queste sono soltanto alcune delle domande che mi sono posto prima di intraprendere questa mia ricerca personale della conoscenza.
Quando noi leghisti parlavamo solo di federalismo ci attaccavano sempre sul fatto che il federalismo non deve essere il fine, ma lo strumento per raggiungere un altro fine. Lo scopo della Lega Nord era e rimane il cambiamento della politica per riavvicinarla alla gente, per rendere lo stato meno rapace e piu' vicino al cittadino, obiettivo che veniva visto da alcuni politici avversi a priori alla Lega meno nobile rispetto alla creazione di uno stato marxista. I partiti aderenti alla Societa' Padana invece rispondono alle esigenze delle varie parti della società pur avendo sempre come scopo la sovranità della Padania: alcuni, come i Cattolici Padani hanno come fine uno stato che tuteli la famiglia, che si possa dire realmente cattolico, obiettivi non nuovi, ma delusi dalla vecchia DC impegnata in tutt'altri ambiti (nella riscossione delle tangenti ad esempio). Altri, come i Libertari Padani hanno come scopo l'ottenimento di uno Stato Liberale su modello Statunitense.

Per non appesantire la ricerca con argomenti troppo tecnici presentero' vari articoli e porro' talvolta degli spunti di riflessione. Cerchero'   di tralasciare gli strali polemici che certi articoli scagliano contro la Lega Nord in maniera esagerata, esaltata  e la maggior parte delle volte su basi del tutto a priori, se non quelle dell'odio piu' feroce verso un movimento che ha saputo decretare da solo la fine di un regime di ladri ed ha saputo ripresentare il problema del federalismo ad una societa' avversa ad ogni tipo di cambiamento.

Bisogna  a onor del vero dire che la Lega Nord non ha mai avuto un progetto federale univoco, cio' non e' affatto sintomo di incapacita' delle menti dei leghisti di elaborare un progetto federale, ma del grande fermento di idee che ha dato luogo a molteplici  progetti federali. Non e' stata l'incapacita' dei nostri a impedire il federalismo in Italia, ma la difficolta' di accordarsi con gli altri partiti che a priori non hanno mai voluto dialogare seriamente con noi, pensando solo alle rispettive poltrone.

Negli ultimi tempi dalla sinistra alla destra sono nate proposte federali sensate, ma che a guardare bene erano gia' state discusse dalla Lega Nord, e che nessuno ha mai voluto dibattere con noi bollandoci di ignoranza e rozzezza, solo perche' i nostri deputati sono partiti alla volta di Roma, non per ottenere favori personali, ma per avere qualche cosa di buono dalle istituzioni.

Come fidarci oggi di coloro che ci hanno deriso per anni e che ora dicono le nostre stesse cose? Come non pensare che lo fanno solo per calcolo politico? Del resto anche gli altri partiti non sono giunti ad una conclusione univoca, anche se per anni hanno bausciato di essere i piu' intelligenti e i piu' inclini alla politica italiana. Riflettiamo sul fatto che si sta ancora discutendo se sia possibile riformare lo Stato senza toccare la Costituzione, oppure toccandone solo una parte.

Alcuni invece dicono che  la  Lega Nord non e' affidabile, poiche' non siamo mai scesi a patti con i cosiddetti ladri di regime e men che meno quando la posta in gioco era il federalismo in cambio di qualche condono di pena. Del resto per poter discutere seriamente non bisogna mandarci davanti persone compromesse con il regime da prima repubblica siano essi rappresentanti politici o economici o monopolisti o imparentati politicamente con i magna magna. Ammettiamo pure  che i primi tentativi di federazione presentati dal nostro movimento fossero abbastanza rozzi e poco curati in ambito pratico, ma cio' non toglie che se ci fosse stato dialogo adesso vivremmo gia' in uno stato federato e penseremmo ad altre cose ben piu' importanti.

Alcuni hanno addirittura detto di non essere riusciti ad elaborare un progetto federalista univoco perche' la societa' civile italiana e padana non e' ancora pronta per il federalismo. Alle volte il dibattito e' reso difficile dall'enorme mole di lavoro e dalla difficolta' nel confronto delle diverse proposte. Guaio questo dovuto a varie cause fra cui la difficile definizione di unita' autonoma periferica. Altre volte il dibattito e' stato reso arduo da  chi non ha avuto il coraggio di dire basta ai potentati economici e politici dei soliti noti che bloccano la crescita del paese. Altre volte dalla incapacità delle forze politiche e culturali delle sinistre e delle destre di uscire dalle gabbie comode e consuete rappresentate dall'incrocio degli interessi partitocratici con quelli tecnico-burocratici.

Se i partiti, sia di sinistra sia di destra, vogliono veramente un dialogo con la Lega non lo dicano solo nei loro comizi, ma vengano ad un tavolo con noi e lo dimostrino con il loro voto alla camera a favore dell'autonomia e del federalismo.

Bisogna prendere atto però che se le proposte arrivano solo da una parte allora le altre non l'approveranno mai, soprattutto se targata Lega Nord. Buttiamo via tutti i regolamenti tutte le vecchie scartoffie e troviamo, con un po' di dialettica in piu', un sistema razionale per arrivare ad una soluzione sul problema del federalismo. Ne trarra' giovamento sia la Padania sia il Meridione.

W la Padania!

Angelo Veronesi
1999

Incredibilmente il progetto Devoluzionistico della Lega Nord Padania è stato accolto. Per noi è solo il primo piccolo passo verso il Federalismo, ma questo piccolo passo porterà già conseguenze enormi, primo fra tutti l'introduzione del pensiero federalista nella cultura politica e finalmente l'inizio della disinfestazione della società clientelare.
Pensare che solo pochi mesi fa il Federalismo era messo ancora sotto cordone sanitario, riprova di quel che sto dicendo è che quando morì Gianfranco Miglio, solo la Padania dedicò al suo pensiero il giusto tributo, mentre invece giornali come il Corriere della Sera, di cui Miglio era articolista, gli concedettero solo una breve nota.
Questo è il risultato della tanto decantata libertà di opinione e di discussione che vige in questo stato mafioso: "damnatio memoriae" di tutti i veri federalisti.

Angelo Veronesi
12/01/2003


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